Nel cuore della provincia di Verona, la Valle di Mezzane, il cui territorio si estende ai confini orientali della Valpolicella e tocca le terre del Soave, ospita tredici aziende vinicole.
Queste realtà agricolo-enologiche si contraddistinguono per una produzione varia, spaziando dai freschi bianchi del Soave ai rossi corposi della Valpolicella. Recentemente, un evento speciale ha messo in risalto la produzione di questa zona, dando il via a una “lettura” unica dei loro vini, attraverso un incontro chiamato “Nero su Bianco”.
La magia degli incontri enologici
L’incontro “Nero su Bianco” è stato un momento prezioso per esplorare la sinergia tra i vini bianchi e rossi di questa zona. Quando un territorio vinicolo ha un’identità precisa, questo si riflette nelle sue etichette, e qui la cosa è davvero peculiare, nel caso della Valle di Mezzane. L’apertura di questo evento ha rivelato un mondo di profumi, colori e sapori straordinari. Se si segue la tradizione dell’analisi organolettica, tipicamente si considera il colore, il profumo e il gusto di un vino. Tuttavia, queste categorie non sempre riescono a spiegare le peculiarità di vini così diversi come i bianchi e i rossi. Raidando in profondità, emerge una dimensione tattile, ove si cerca l’armonia tra sapidità e freschezza acida. Nonostante i vini possano differire in varietà e vinificazione, il vero tesoro da svelare è l’equilibrio che si trova in ogni sorso, un equilibrio raro e prezioso che incanta chi ha il piacere di assaporarli.
Un tuffo nei vini dell’ilatium
Pochi giorni dopo il mio coinvolgimento nell’evento, ho avuto l’opportunità di visitare la cantina ILatium della famiglia Morini, una delle tredici aziende della Valle di Mezzane. Questa visita è stata un vero viaggio attraverso le varie espressioni che questa famiglia dà ai vini. Ho degustato un’ampia gamma di etichette, dal Soave alle selezioni di Valpolicella, con un focus sull’Amarone e il Recioto. In questo contesto, l’esperienza di assaggio si è rivelata simile a quella precedentemente vissuta. La piccantezza dello zenzero e la nota di pepe nero testimoniavano un legame indissolubile tra i vini prodotti. Anche il contrasto tra il Soave giovane e il Recioto della Valpolicella pareva rivelare una sorta di linguaggio comune, una lingua dialettale che univa i due vini in un’armonia sorprendente.
Ho colto, nel calice, un sogno di sapori e sensazioni che parlano di un territorio ricco e dinamico, capace di dare vita a vini unici. La ricerca di una nota distintiva nei vini della Valle di Mezzane è un viaggio affascinante: è come scoprire il racconto di un luogo in ogni sorso, e chi ama il buon vino sa che c’è davvero un’anima in ciò che si beve. D’altronde, i vini che esprimono il carattere della loro comunità di origine sono quelli che più colpiscono per autenticità e profondità.
Alla ricerca di un’identità vinicola
L’argomento che coinvolge la possibilità di un riconoscimento formale di una sottozona dedicata alla Valle di Mezzane è un tema sul quale il Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella sta lavorando attivamente. Tale iniziativa potrebbe rappresentare un passo significativo per valorizzare ulteriormente il patrimonio vitivinicolo di questa area. Una proposta che, se realizzata, darebbe non solo un chiaro riconoscimento a questa vallata, ma potrebbe anche incentivare i produttori locali a perseguire sempre migliori standard qualitativi e a promuovere la loro identità. E nell’era della globalizzazione, dove il vino è un linguaggio universale, avere una propria identità è fondamentale.
Provare un vino della Valle di Mezzane significa cimentarsi in un’esperienza sensoriale profonda. Se capitate da queste parti e bevete una delle etichette dei produttori della vallata, vi invitiamo a sperimentare un metodo d’assaggio inusuale. Prima di tutto, assaporate il vino senza annusarlo. Concentratevi solo sulle sensazioni tattili. Potrebbe essere un approccio sorprendentemente rivelatore. Questo modo di assaporare il vino non è un’idea nuova: affonda le sue radici nella tradizione borgognona, dove l’attenzione al tatto è sempre stata parte integrante dell’esperienza enologica.
E se volete condividere le vostre impressioni, faremo a meno di sentire “solo” la vostra opinione, perché il viaggio del vino è un percorso collettivo.
I nomi dei vignaioli da scoprire
Infine, una lista dei vignaioli vale la pena di essere ricordata. Ecco i nomi delle aziende vinicole della Valle di Mezzane: Benini Alessandro, Marinella Camerani, Falezze di Luca Anselmi, Grotta del Ninfeo, I Tamasotti, Il Monte Caro, ILatium Morini, Le Guaite di Noemi, Talestri, Massimago, Carlo Alberto Negri, Roccolo Grassi e Giovanni Ruffo. Farsi un giro in queste cantine è sicuramente un’ottima idea per chi apprezza il buon vino e desidera scoprire territori autentici.